Magazzino Ciro

Scatto per passione.
Mi chiamo Ciro Magazzino, 36 anni.

Sono stato da sempre curioso del mondo intorno a me. All’età di 20 anni circa mi ritrovai fra le mani una reflex.

Da quel momento ne sono rimasto folgorato. Il pensiero di immortalare un istante per sempre mi appassionava e mi appassiona tutt’ora
Per 6 lunghi anni ho scattato con fotocamere in prestito, eventi musicali e scorci delle città vicine, poi, grazie alla generosità del mio vecchio capo, ho acquistato la mia splendida D7500 con cui ho catturato e fermato molti momenti della mia vita come la crescita di mia figlia Marta (4 anni) e il matrimonio di mia sorella a luglio 2024.


Mia sorella Marialucia con la sua richiesta di fare le foto nel suo giorno più importante mi ha dato una scossa! Mi ha fatto capire che questa passione andava coltivata sempre di più.

Successivamente ho cercato un corso che mi facesse addentrare meglio in questo mondo e sono giunto a questa associazione “Occhio Fotografico” dove sto seguendo un corso di fotografia.

Continuerò a studiare con l’obiettivo di crescere e fotografare sempre di più!


Titolo opera: The Highlander – Uno degli Ultimi Fotografi Analogici:

Un Ritratto di Richard Englmann

Nel ritratto “The Highlander – Uno degli Ultimi Fotografi Analogici”, Richard Englmann emerge come un’anima tenace e fuori dal tempo, un uomo con una visione ferma e radicata nel mondo della fotografia analogica. Questo ritratto cattura non solo l’immagine di Richard, ma l’essenza della sua lotta contro il flusso inarrestabile dell’era digitale. Con un accenno all’iconica frase del film “Highlander” – “Ne resterà solo uno” – il titolo stesso suggerisce la sua unicità e resistenza.

Richard è rappresentato come un guerriero della fotografia, un uomo che, nonostante la tentazione e la comodità della tecnologia digitale, sceglie di percorrere una strada più difficile, ma più autentica, per la sua arte. I suoi occhi, lucidi e vigili, raccontano di una passione che non conosce compromessi, una devozione quasi religiosa per il processo fotografico che molti considerano ormai obsoleto.

Per Richard Englmann, la fotografia non è semplicemente un’immagine finale, ma un percorso che richiede pazienza, competenza e una profonda comprensione dei materiali e delle tecniche. Scegliere l’analogico è per lui un atto di amore e resistenza, un modo per onorare l’arte della fotografia come è stata concepita nei suoi albori. Il digitale rappresenta il futuro, certo, ma per Richard non offre lo stesso coinvolgimento tattile e sensoriale, la stessa attesa che accompagna lo sviluppo di un’immagine che prende vita piano piano, svelandosi come un segreto custodito.

Nel suo ritratto, Richard è rappresentato come uno degli ultimi “highlander” della fotografia analogica, un sopravvissuto in un mondo sempre più orientato verso il virtuale e l’effimero.

E mentre molti altri hanno ceduto alla praticità del digitale, Richard resta, testardo e appassionato, con il suo occhio nel mirino e le mani sulla pellicola. “Ne resterà solo uno,” si potrebbe dire; e quel “uno” è Richard Englmann, il fotografo che sceglie di vivere e creare nel modo più puro e autentico possibile.

Spero che questo scatto possa ispirare anche te!
Buona visione,
Ciro





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