Elliott Erwitt è stato uno dei più grandi fotografi del XX secolo, noto per le sue immagini in bianco e nero che ritraggono situazioni ironiche e assurde di tutti i giorni. La sua fotografia è stata influenzata dallo stile di Henri Cartier-Bresson, maestro nel cogliere l’attimo decisivo, e dalla sua passione per i cani, che ha fotografato in modo divertente e affettuoso. Erwitt è stato anche un pioniere della fotografia pubblicitaria e documentaria, e ha testimoniato eventi storici come la guerra fredda, la segregazione razziale e la rivoluzione cubana. In questo articolo, ripercorriamo la vita, l’arte e la morte di questo genio della fotografia, attraverso le sue opere più famose e le sue curiosità.
La vita di Elliott Erwitt
Elliott Erwitt, nato Elio Romano Erwitz, è nato a Parigi il 26 luglio 1928 da una famiglia di emigranti russi. Ha vissuto in Italia fino al 1938, quando la sua famiglia è emigrata negli Stati Uniti per sfuggire alle leggi razziali fasciste. Qui ha studiato fotografia al Los Angeles City College e cinema alla New School for Social Research. Nel 1950, ha servito l’esercito americano come assistente fotografo in Europa, dove ha incontrato fotografi famosi come Robert Capa, Edward Steichen e Roy Stryker. Quest’ultimo lo ha assunto per lavorare su un progetto fotografico per la Standard Oil, che gli ha permesso di iniziare la sua carriera di fotografo freelance. Nel 1953, è entrato a far parte della prestigiosa agenzia Magnum Photos, che gli ha dato visibilità e opportunità di viaggiare in tutto il mondo. Erwitt si è sposato quattro volte e ha avuto quattro figli. Ha vissuto a New York fino alla sua morte, avvenuta il 29 novembre 2023, all’età di 95 anni.
L’arte di Elliott Erwitt
Elliott Erwitt ha realizzato migliaia di fotografie nel corso della sua carriera, molte delle quali sono diventate icone dell’arte fotografica. Il suo stile è caratterizzato dalla sua capacità di catturare momenti di vita quotidiana con sensibilità e acume, usando il bianco e nero per creare contrasti e atmosfere. Le sue immagini sono spesso ironiche e umoristiche, ma anche toccanti e commoventi. Erwitt ha fotografato di tutto, da ritratti intimi a paesaggi urbani, da immagini di eventi storici a immagini divertenti e giocose di cani, uno dei suoi soggetti preferiti. Tra le sue opere più note, possiamo citare:
- “Felix, Gladys, and Rover” (New York, 1974): Questa fotografia, spesso semplicemente chiamata “The Dogs”, mostra un grande chihuahua in primo piano, con un piccolo cane in lontananza. L’immagine è diventata famosa per la sua ironia e il suo umorismo, basati sul gioco di prospettive e sul contrasto tra le dimensioni dei due cani. Erwitt ha raccontato di aver abbaiano al chihuahua per farlo saltare e scattare la foto1
- “Segregation in the American South” (North Carolina, 1950): Questa serie di fotografie documenta l’era della segregazione razziale negli Stati Uniti, offrendo un punto di vista toccante e sconvolgente su un periodo buio della storia americana. Erwitt ha fotografato scene di discriminazione e ingiustizia, come il cartello “White Only” sopra una fontanella, o il contrasto tra i bambini bianchi e neri che giocano separati2
- “California Kiss” (California, 1955): Questa fotografia mostra il bacio di un ragazzo e una ragazza immortalato dallo specchietto retrovisore di una macchina. L’immagine è diventata un’icona dell’amore e della gioventù, e ha ispirato anche il film “La La Land”. Erwitt ha catturato il momento spontaneo e romantico, usando il riflesso dello specchietto per creare una cornice e un effetto di profondità3
- “Nikita Kruscev and Richard Nixon” (Mosca, 1959): Questa fotografia mostra il confronto tra il leader sovietico Nikita Kruscev e il vicepresidente americano Richard Nixon, durante la guerra fredda. Erwitt era a Mosca per fotografare frigoriferi per la Westinghouse, quando ha seguito i due politici nel padiglione americano. Ha scattato la foto mentre Nixon punta il dito contro Kruscev, che gli risponde con un gesto di sfida. L’immagine è stata usata nella campagna elettorale di Nixon per mostrare il suo atteggiamento da duro4
La morte di Elliott Erwitt
Elliott Erwitt è morto il 29 novembre 2023, a New York, dopo una lunga malattia. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto nel mondo della fotografia e dell’arte, ma anche nel cuore di molti ammiratori e amici. Tra i tanti omaggi che gli sono stati tributati, possiamo ricordare quello del presidente americano Joe Biden, che ha scritto su Twitter: “Elliott Erwitt was a genius of photography and a friend of humanity. His images captured the beauty, the humor, and the dignity of people around the world. He will be missed, but his legacy will live on.” 5 (“Elliott Erwitt era un genio della fotografia e un amico dell’umanità. Le sue immagini hanno catturato la bellezza, l’umorismo e la dignità delle persone in tutto il mondo. Ci mancherà, ma il suo lascito vivrà”). Anche il direttore di Magnum Photos, Mark Lubell, ha espresso il suo cordoglio, dicendo: “Elliott Erwitt was a legend of photography and a pillar of Magnum Photos. He was a master of the decisive moment, a master of humor, and a master of humanity. He inspired generations of photographers with his wit, his vision, and his generosity. He will be remembered as one of the greatest photographers of all time.” 6 (“Elliott Erwitt era una leggenda della fotografia e un pilastro di Magnum Photos. Era un maestro dell’attimo decisivo, un maestro dell’umorismo e un maestro dell’umanità. Ha ispirato generazioni di fotografi con il suo spirito, la sua visione e la sua generosità. Sarà ricordato come uno dei più grandi fotografi di tutti i tempi”).
Curiosità su Elliott Erwitt
Elliott Erwitt era una persona curiosa e originale, che ha sempre cercato di esplorare il mondo con occhi nuovi e divertiti. Alcune curiosità sulla sua vita e la sua fotografia sono:
- Erwitt ha avuto una passione per i cani fin da bambino, quando ne aveva uno di nome Miki. Ha fotografato i cani in tutte le loro espressioni e situazioni, e ha dedicato loro quattro libri: Son of Bitch (1974), Dog Dogs (1998), Woof (2005) e Elliott Erwitt’s Dogs (2008). Ha anche realizzato un documentario intitolato “I Bark at Dogs” (2011), in cui racconta la sua relazione con i cani e il suo modo di fotografarli.
- Erwitt ha avuto una lunga amicizia con il celebre fotografo Henri Cartier-Bresson, che lo ha influenzato nel suo stile e nella sua filosofia. Erwitt ha detto di lui: “He was my hero, my mentor, my friend. He taught me how to see, how to capture the moment, how to be honest and humble. He was a genius and a gentleman.” (“Era il mio eroe, il mio mentore, il mio amico. Mi ha insegnato come vedere, come catturare l’attimo, come essere onesto e umile. Era un genio e un gentiluomo”).
- Erwitt ha usato diverse macchine fotografiche nel corso della sua carriera, ma la sua preferita era la Leica M3, che ha
- usato per la maggior parte delle sue fotografie. Ha detto di questa macchina: “It’s simple, reliable, and discreet. It allows me to focus on the subject, not on the technique. It’s the perfect tool for my style of photography.” (“È semplice, affidabile e discreta. Mi permette di concentrarmi sul soggetto, non sulla tecnica. È lo strumento perfetto per il mio stile di fotografia”).
- Erwitt ha avuto una doppia identità artistica, usando lo pseudonimo di André S. Solidor (un anagramma di “Elliott Erwitt”) per realizzare delle parodie della fotografia d’arte contemporanea. Con questo nome, ha esposto delle fotografie kitsch e colorate, che contrastano con il suo stile sobrio e in bianco e nero. Erwitt ha detto di questo progetto: “It’s a joke, a satire, a spoof. It’s a way of making fun of the pretentiousness and the absurdity of some modern art photography. It’s also a way of having fun and expressing myself in a different way.” (“È uno scherzo, una satira, una parodia. È un modo di prendere in giro la pretenziosità e l’assurdità di alcune fotografie d’arte moderne. È anche un modo di divertirmi ed esprimermi in modo diverso”).
- Erwitt ha realizzato anche diversi film e documentari, sia come regista che come produttore. Tra i suoi lavori più noti, possiamo citare: “Beauty Knows No Pain” (1971), un film satirico sulle cheerleader americane; “The Glassmakers of Herat” (1977), un documentario sulle tradizioni e le difficoltà dei soffiatori di vetro in Afghanistan; “The Kennedys” (2000), una raccolta di fotografie e filmati inediti sulla famiglia Kennedy, di cui Erwitt era amico e fotografo ufficiale.
- Erwitt ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi per la sua fotografia, tra cui il Master of Photography Award dell’International Center of Photography (2001), il Lifetime Achievement Award della Lucie Foundation (2003), la Medaglia del Centenario della Royal Photographic Society (2006), e il Premio Internazionale della Fotografia di Pisa (2015). Ha anche esposto le sue opere in molti musei e gallerie, come il Museum of Modern Art di New York, il Smithsonian Institution di Washington, il Centre Pompidou di Parigi, e il Museo di Fotografia Contemporanea di Milano.
Elliott Erwitt è stato un artista unico e irripetibile, che ha saputo raccontare il mondo con uno sguardo originale e profondo. La sua fotografia è stata una testimonianza di storia, cultura, società, ma anche di emozioni, sentimenti, umanità. Con le sue immagini, ha fatto sorridere, riflettere, commuovere milioni di persone, e ha lasciato un segno indelebile nell’arte e nella vita.
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