Mi chiamo Luigi Basile, sono nato nel 1985 e vivo a Grottaglie, anche se il mio lavoro mi porta ogni giorno in un luogo diverso. La mia passione per la fotografia ha radici lontane, risalenti agli anni 2000, quando lavoravo nel mondo dell’informatica. È stato in quel periodo che ho acquistato una delle prime fotocamere compatte e ho iniziato a scoprire il piacere di catturare immagini. Quella che era nata come una semplice curiosità si è trasformata, nel tempo, in una vera e propria passione. Con il passare degli anni, mi sono avvicinato sempre di più alla fotografia aerea, iniziando i primi voli e sperimentando gli scatti “dall’alto”. Questa forma d’arte è diventata per me non solo un passatempo, ma anche un modo per esprimermi e sfogarmi, una finestra attraverso cui guardare e reinterpretare il mondo.
Dopo il periodo post-Covid, ho deciso di fare un passo in più e ho acquistato la mia prima reflex, spinto dal desiderio di catturare le immagini “ricordo” dei miei viaggi. Credo fermamente che, se è vero che le migliori foto e ricordi risiedono nella nostra mente, è altrettanto vero che riguardare uno scatto può rafforzare e rivivere quei ricordi, rendendoli ancora più vivi e tangibili.
Negli ultimi anni, ho avuto l’opportunità di avvicinarmi all’associazione Occhio Fotografico, iscrivendomi inizialmente al corso base per consolidare il mio percorso fotografico. Questo primo passo mi ha permesso di aggiungere vari tasselli al mio bagaglio di conoscenze. Grazie a loro, ho frequentato diversi corsi, come quello avanzato di fotografia, il corso sulle luci e il flash, e quello sulla ritrattistica. Ogni lezione e ogni workshop mi hanno permesso di crescere non solo tecnicamente ma anche creativamente, affinando la mia capacità di osservazione e comprensione dell’immagine. La crescita spinta da questi corsi ha influenzato anche le mie scelte in termini di attrezzatura: sono passato dalla mia prima reflex Nikon D5600 a una mirrorless Z6II, e recentemente alla Z6III, per rispondere a nuove esigenze e sfide fotografiche.
Il mio scatto, intitolato
“Simbiosi tra Natura e Architettura: La Cascata della Reggia”
rappresenta l’essenza del rapporto armonioso tra gli elementi naturali e l’architettura umana. La Cascata della Reggia di Caserta non è solo uno spettacolo visivo di acqua che scorre e di rocce possenti; è un simbolo di come la natura e l’uomo possano coesistere in un equilibrio dinamico. La cascata evoca una simbiosi profonda tra l’acqua, che scorre incessantemente, e la maestosità della roccia, suggerendo un parallelismo tra la vita e la morte. L’acqua, simbolo di vita, scorre e modella le rocce con la sua forza delicata ma persistente. Ogni goccia rappresenta un istante della nostra esistenza, un momento unico che, nella sua discesa, porta con sé la bellezza e la fragilità della vita stessa.
Parallelamente, la cascata che precipita senza sosta simboleggia il ciclo inevitabile della morte, un ritorno alla terra e un dissolversi nell’infinito.
Proprio come la cascata si rigenera continuamente, la vita rinasce dalla morte in un ciclo senza fine.
Questo è ciò che ho cercato di catturare nella mia fotografia: la capacità dell’acqua di modellare la roccia è un’allegoria della forza delle esperienze che, come l’acqua, scorrono e scolpiscono la nostra esistenza. In questa simbiosi tra natura e architettura, la cascata diventa un monumento vivente che racconta il potere del tempo, dell’energia e della trasformazione continua.